La Svezia si dimostra capofila e modello per l’energia green in Europa.
Il paese scandinavo sembra sia riuscito a raggiungere già da quest’anno l’obiettivo di produzione per l’energia pulita fissato nel 2030, con ben 12 anni di anticipo.
Si tratta di un traguardo importante che coinvolge energia solare (sia termica che fotovoltaica), energia idroelettrica ed eolica, energia biotermica e biomasse.
Entro fine anno le turbine eoliche dovrebbero raggiungere e superare le 3.600 e produrre in un anno 19,8 terawattore (TWh).
In Svezia l’uso d’energia pulita prodotta da rinnovabili (52%) arriva a superare quella generata da biocarburanti. Probabilmente anche grazie alla carbon tax, una tassa ecologica che va a penalizzare le imprese che producono emissioni inquinanti di biossido di carbonio.
La carbon tax, attiva anche in Paesi come Svizzera, Canada e Regno Unito, e presente in Svezia già dal 1991, prevedeva un versamento di 100$ per ogni tonnellata di combustibili prodotta, arrivato a 150$ già nel 1997. Grazie a questo, le emissioni di CO₂ si sono ridotte negli ultimi anni indicativamente del 22%.
Dal 2015 al 2017 inoltre, anche gli investimenti nel campo delle rinnovabili sono cresciuti tantissimo (+127%), con una cifra spesa pari a 3,7 miliardi di dollari secondo il rapporto “Global trends in renewable Energy investment 2018” stilato da Frankfurt School (Centro di ricerca del Programma Ambientale delle Nazioni Unite) e Bloomberg New Energy Finance.
Obiettivo “carbon free”. La Svezia punta ora ad eliminare completamente dal suo territorio i fumi inquinanti e diventare così la prima nazione 100% green grazie alla sola produzione di energia da fonti rinnovabili.
La scadenza è fissata per il 2045 ma, visto che il Paese scandinavo è abituato a bruciare le tappe, potrebbe davvero raggiungere l’obiettivo ben prima.