Dal report DecarbEurope riportiamo l’intervista a Robin Welling, all’epoca Presidente di ESTIF (European Solar Thermal Industry Federation), che ha cambiato la sua denominazione in Solar Heat Europe.
Welling fornisce un quadro del solare termico per i non addetti ai lavori e alcune proposte generale per una maggiore diffusione della tecnologia in Italia e in Europa.
Robin Welling, perché bisognerebbe promuovere il solare termico?
Le tecnologie termiche solari sono altamente efficienti e affidabili, sono usate da decenni nelle case europee: ad oggi ci sono circa 10 milioni di sistemi installati in Europa. Il solare termico ha costi competitivi rispetto ai combustibili tradizionali e può lavorare in combinazione con tutte le altre tecnologie per integrare e migliorare diverse fonti di riscaldamento. L’industria europea è dominata dalle piccole e medie imprese ed è leader tecnologica per il solare termico.
Quale sarà il potenziale del mercato entro il 2050?
Il solare termico sta crescendo in sotto-settori specifici, come per esempio il calore dei processi industriali e il teleriscaldamento, dove viene usato per modernizzare gli sistemi abbassandone il prezzo, per ridurre le emissioni e l’impatto dell’inquinamento dell’aria, oltre che fornire o integrare soluzioni di accumulo stagionale. Per il calore dei processi industriali, il potenziale è enorme: ora ci sono pochi sistemi in funzione, mentre sappiamo che circa il 40% del fabbisogno di riscaldamento di questo settore si colloca proprio nel campo delle temperature che possono essere fornite dal solare termico.
Come può il solare termico contribuire al programma di decarbonizzazione europeo?
Il settore del riscaldamento è tra i più alti emettitori di gas serra. Mentre l’elettricità è ancora lontana dalla sua decarbonizzazione e non è in grado di fornire un’offerta di energia pulita sufficiente a coprire tutta la domanda per il riscaldamento di ambienti e di acqua, il solare termico può essere un’opzione per spostarsi rapidamente da un’offerta di riscaldamento basata sui fossili ad una a più buon mercato, abbondante e pulita. Il settore del solare termico ha consentito nel 2015 di risparmiare tra le 6,3 e 7,9 milioni di tonnellate di CO2 nel 2015 in Europa, una cifra che potrebbe raggiungere al 2050 le 687 milioni di tonnellate di CO2 annue con gli opportuni incentivi.
Quali sono le sfide per una sua maggiore diffusione?
Ripeto, è una tecnologia che potrebbe essere ulteriormente diffusa se adeguatamente supportata. Un’iniziativa di sostegno opportunamente pensata può attivare investimenti dal residenziale all’industria. Per quanto riguarda l’aiuto per riscaldamento e raffrescamento con rinnovabili, il rapporto preparato da un progetto europeo “Fair RHC Options and Trade” (FROnT) mostra che gli investimenti danno oggi un ritorno in tempi brevi, benefici in termini di tasse, creazione di posti di lavoro e riduzione complessiva delle importazioni di energia.