Nuovi accordi energetici per Google. L’azienda madre del più importante motore di ricerca del mondo, andrà ad accrescere il proprio portfolio mondiale in termini di produzione di energia solare ed eolica di oltre il 40 percento, così da arrivare a 5.500 MW. Lo rende noto Sundar Pichai, CEO di Google, attraverso un blog post. “Una volta che tutti questi progetti saranno attivati, il nostro portfolio di energia carbon-free produrrà più elettricità di una zona come Washington D.C” scrive Pichai.
Questi accordi daranno anche inizio alla costruzione di nuove infrastrutture energetiche per oltre 2 miliardi di dollari, con l’inclusione di centinaia di turbine eoliche e milioni di pannelli solari distribuiti su tre continenti.
Una grande notizia per il settore, vista l’importanza anche simbolica dell’azienda e visti gli investimenti notevoli in campo. “Non acquistiamo forniture da infrastrutture di energia solare o eolica esistenti, ma ci impegniamo in accordi di lungo periodo che permettono lo sviluppo di nuovi progetti” spiega Pichai, che definisce questo tipo di politica con il termine “addizionalità”. “Considerato il nostro obiettivo di usare energia carbon-free 24×7 – 24 ore su 24, 7 giorni su 7 – per tutte le nostre operazioni, è fondamentale portare energia rinnovabile sulla rete elettrica in cui consumiamo energia, in modo incrementale”.
Gli accordi riguardano sia la produzione di energia da impianti fotovoltaici sia negli Stati Uniti che in Europa, così ripartita: Nord Carolina (155 MW), Sud Carolina (75 MW), e Texas (490 MW) e ulteriori 125 MW di capacità di energia rinnovabile alla rete già esistente che rifornisce i data center di Google in Cile. Quasi la metà (793 MW) della nuova capacità di energia rinnovabile acquistata sarà localizzata in Europa, in particolare in Finlandia (255 MW), Svezia (286 MW), Belgio (92 MW) e Danimarca (160 MW).
“Fino a oggi, la maggior parte dei nostri acquisti di energia rinnovabile negli Stati Uniti sono stati legati all’eolico, ma il costo decrescente dell’energia solare (diminuito di oltre l’80 percento negli ultimi dieci anni) ha reso questo tipo di risorsa sempre più conveniente” sottolinea il CEO di Google.