Per le ondate di calore che stanno colpendo l’Europa centrale e mediterranea, i meteorologi parlano di vero e proprio record storico che potrebbe essere battuto.
Una grande bolla rovente che toccherà temperature inusuali per il periodo, nonostante sia comunque estate. Nel futuro tutto questo caldo, queste ondate di calore saranno da accettare come la normalità per le zone colpite.
Ma dovendo affrontare periodi con temperature estremamente elevate, di quanta energia avremo bisogno in più? A rivelarlo, per la prima volta, è uno studio pubblicato su Nature Communications lo scorso lunedì: tra il 25 e il 58 per cento di aumento di fabbisogno energetico.
Lo studio, condotto da ricercatori dell’International institute for applied systems analysis, Università Ca’ Foscari di Venezia, Centro euro mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc) e Boston university, mostra per la prima volta a livello globale, come aumenterà la domanda di energia del pianeta, impiegata principalmente per il raffrescamento degli ambienti interni e la climatizzazione. I ricercatori hanno infatti effettuato un’analisi globale utilizzando le proiezioni di temperatura di 21 modelli climatici.
E’ stato calcolato che, in caso di riscaldamento climatico elevato, il fabbisogno energetico aumenterà dal 25 al 58 per cento.
“In linea generale, le nostre società si adegueranno al cambio delle temperature aumentando il raffreddamento degli ambienti durante le stagioni calde e diminuendo il riscaldamento durante le stagioni fredde”, spiega Enrica De Cian, professoressa all’Università Ca’ Foscari e ricercatrice presso il Cmcc in una nota. “Questi cambiamenti nel condizionamento degli spazi avranno un impatto diretto sui sistemi energetici, dal momento che le imprese e le famiglie richiederanno meno gas naturale, petrolio ed elettricità per via delle minori esigenze di riscaldamento e viceversa più energia elettrica per soddisfare le maggiori esigenze di raffreddamento degli ambienti”.
L’energia in aumento come sarà prodotta ? Se non si punterà tutto sulle rinnovabili e sulla decarbonizzare dell’intero settore energetico, significa che gli sforzi per la riduzione delle emissioni potrebbero essere vani o comunque non sufficienti.
“Più basso sarà il reddito pro capite, maggiore sarà la quota di questo reddito che le famiglie dovranno dedicare per adattarsi agli aumenti della domanda di energia”, ha detto aggiunge Bas van Ruijven, ricercatore presso IIASA. “Nel caso di rapida crescita demografica considerato da alcuni scenari del nostro studio, l’aumento della temperatura al 2050 potrebbe esporre mezzo miliardo di persone a più basso reddito in paesi del Medio Oriente e dell’Africa ad aumenti della domanda di energia del 25 per cento o più. I più poveri dovranno quindi confrontarsi non solo con sfide pecuniarie, ma anche con il maggiore rischio di malattie e di mortalità legate al calore, in particolare nelle aree con forniture di elettricità inaffidabili o dove mancano del tutto le connessioni alla rete”.