A rivelarlo è il rapporto “Global Trends in Renewable Energy Investment 2019”, pubblicato in vista del vertice Onu sul clima. Un decennio che ha visto quadruplicare la capacità installata, passata da 414 GW a oltre 1.650 GW alla fine di quest’anno.
“Le emissioni del settore energetico globale sono aumentate però di circa il 10 per cento in questo periodo. È chiaro che dobbiamo raggiungere rapidamente il passo del passaggio globale alle energie rinnovabili se vogliamo raggiungere gli obiettivi internazionali in materia di clima e sviluppo”.
È l’energia solare a dare i risultati migliori: più della metà degli investimenti sono stati assorbiti dal settore dell’energia è passata dai 25 GW del 2010 ai 663 GW previsti entro la fine del 2019.
Il solare batte anche il carbone in nuova capacità installata anche se quest’ultimo continua ad essere una delle fonti fossili preponderanti (circa 529 GW contro i 638 GW del fotovoltaico). Secondo il rapporto il record è stato raggiunto nonostante le riduzioni nel numero di progetti solari ed eolici avviati e nonostante un cambiamento di politica che ha colpito gli investimenti in Cina nella seconda metà dell’anno, che comunque rappresenta ancora il primo mercato a livello mondiale.
La Cina infatti è stata di gran lunga il principale investitore nell’energia rinnovabile in questo decennio, avendo investito oltre 750 miliardi di euro tra il 2010 e la prima metà del 2019, con gli Stati Uniti come secondo mercato, con circa 350 miliardi di euro e il Giappone, terzo con 200 miliardi. L’Europa nel suo insieme ha investito circa 690 miliardi di euro in capacità installata.
“Negli ultimi anni, il forte calo dei costi dell’elettricità da eolico e solare ha cambiato le politiche energetiche nazionali”, ha detto Jon Moore, amministratore delegato di BloombergNef. “Queste tecnologie sono state per parecchio tempo quelle a basse emissioni di carbonio e relativamente veloci da costruire. Ora, in molti paesi del mondo, l’eolico o il solare sono l’opzione più economica per la produzione di elettricità”.